Attirare gli Spider di Googlebot su un nuovo sito web

Una delle caratteristiche per cui Google non brilla è certamente quella relativa ai tempi di attesa per l'indicizzazione di un nuovo sito web.

Di solito, tutto ciò che il webmaster può fare per sperare in un'archiviazione veloce del proprio sito è segnalare il sito a Google, attraverso l'apposita pagina, e accertarsi che in giro per il web esista qualche link che punti al nuovo sito.

Tuttavia, oltre ai due classici metodi appena esposti (che non vanno abbandonati), vi sono dei piccoli metodi aggiuntivi per tentare di far arrivare prima Googlebot, lo spider di Google.

Tutte le tecniche sotto descritte si applicano ai siti web sconosciuti a Google, ovvero assenti dal suo archivio e di cui Google non è ancora venuto a sapere l'indirizzo.

Iniziare con un sorriso

Il primo metodo consiste nel visitare il sito web da segnalare con un Internet Explorer su cui sia stata installata la toolbar di Google. Dopodiché cliccare sulla icona che raffigura una faccina che sorride (se non vedete la icona raffigurante la faccina probabilmente dovrete attivarla nelle opzioni della toolbar).

Il suddetto pulsante serve solitamente a manifestare una preferenza sul sito web visitato e attualmente non si conoscono gli usi che Google fa delle informazioni così ricevute.

Nel nostro caso, tuttavia, a seguito di una pressione sul pulsante, è possibile che lo spider di Google visiti il sito a breve scadenza. Sono stati riportati casi in cui la visita è avvenuta nel giro di poche ore o addirittura di minuti.

Un link verso Google

La seconda tecnica è persino più semplice della prima: è sufficiente inserire un link a Google su una pagina del sito che si intende segnalare (è consigliata la pagina index) e poi limitarsi a cliccare sul link, visitando in questo modo la homepage di Google. Una volta effettuato ciò, il link a Google può anche essere rimosso dalla pagina.

Questo metodo si basa sul fatto che quando un utente clicca su un link, l'indirizzo della pagina su cui il link risiede viene automaticamente inviato dal browser al server web che gestisce la pagina di destinazione.

In poche parole il server web di Google registrerà l'accesso dell'utente e prenderà nota dell'indirizzo della pagina da cui l'utente proviene (questa informazione è chiamata "REFERRER"), che nel nostro caso corrisponde alla pagine del sito che si intende far conoscere al motore di ricerca.

È importante aggiungere che, per poter funzionare, la tecnica prevede che il browser dell'utente sia configurato per spedire il REFERRER. Di norma, la configurazione iniziale di ogni browser prevede la trasmissione del REFERRER e quindi, a meno che l'utente non abbia espressamente modificato la configurazione del browser, il procedimento descritto funzionerà nella maggior parte dei casi.

Inoltre, invece di rimuovere il link subito dopo il suo utilizzo, può essere una buona idea mantenerlo sulla pagina per un po' di tempo, affinché altre persone oltre il webmaster possano cliccare sul link, informando ulteriormente Google dell'esistenza della pagina.

Cercare il nome di dominio

Ancora più semplice del secondo, il terzo metodo consiste nell'inserire come termini di ricerca su Google l'indirizzo del sito web da segnalare.

Essendo il sito ancora sconosciuto a Google, il motore di ricerca avviserà l'utente di non possedere alcuna informazione sul sito web cercato. Tuttavia Google sarà entrato in possesso di un nome di dominio che ancora non conosce e sono stati riportati casi in cui una visita dello spider è seguita alla segnalazione già dopo poche ore.

Visitato non vuol dire indicizzato

È importante specificare che tutte le tecniche sopra descritte hanno l'obiettivo di ottenere al più presto una visita dallo spider di Google. Ma è bene chiarire che una visita non necessariamente comporta una indicizzazione del sito, ovvero non garantisce che il sito venga archiviato dal motore di ricerca.

Google è un motore di ricerca estremamente complesso. Possiede diversi archivi e diversi tipi di spider; una pagina visitata può apparire temporaneamente nei risultati delle ricerche per poi scomparire dopo qualche giorno. Questo comportamento è normale e il webmaster non ha modo di influenzare i tempi di archiviazione del motore di ricerca.

Tuttavia, riuscire a far visitare le pagine del sito al più presto può indubbiamente essere d'aiuto per restringere un po' i tempi di reazione del motore di ricerca.